L’ edificio che oggi ospita il Collegio Nazareno, è il risultato di una aggregazione di fabbriche iniziata nei primi anni del ‘500. Questo processo si può leggere chiaramente nelle varie e distinte parti che compongono la facciata principale, la quale si estende da Via del Tritone sin quasi alla chiesa di Sant’Andrea delle Fratte.


La zona più antica è quella che affaccia sul Largo del Nazareno. L’area in questione era occupata agli inizi del ‘500 dalla abitazione dell’umanista Angelo Maria Colocci, da Iesi, segretario di papa Leone X. Questa zona fu devastata durante il “Sacco di Roma” nel 1527 dai Lanzichenecchi. Il segretario, pertanto, dovette provvedere alla costruzione di un nuovo edificio sui resti del preesistente, poco prima della metà del ‘500. E’ probabile che tra il 1560 e il 1570 il palazzo fosse venduto da Giacomo Colocci, erede di Angelo Maria, ad un personaggio di cui non ci è pervenuto il nome.

Sappiamo invece che nel 1591 l’edificio passò ad un certo Alessandro Maurelli, il quale a sua volta lo lasciò ad Orazio Caetani nel 1608. Quest’ultimo nel 1622 lo vendette al Cardinale Michelangelo Tonti, detto il “Nazareno”. Costui a sua volta lo lasciò a San Giuseppe Calasanzio, con l’incarico di fondarvi il “Collegio Nazareno”, erede delle scuole popolari, già da lui aperte in Trastevere. Il Collegio fu fondato in questa sede dal Calasanzio nel 1630.

Da un punto di vista architettonico, la parte più antica del palazzo è quella prospiciente il Largo del Nazareno. La facciata, a due piani più il mezzanino, in origine era compresa tra due paraste. Il terzo e il quarto piano furono aggiunti successivamente. Il bellissimo portone bugnato è sormontato da un balcone su mensoloni. Fasce di travertino collegano le aperture del piano nobile e del mezzanino in alto e all’altezza dei parapetti. L’ingresso è affiancato da due sale laterali che avevano accesso dall’atrio, aperto con tre arcate sulla facciata posteriore, dove si apriva un giardino con fontane alimentate dal vicino acquedotto, visibile nel tratto scoperto davanti all’edificio. Al piano nobile, al di sopra dell’ ingresso e dell’atrio, si apriva in origine una sala (attuale Sala di Ricevimento) affrescata dallo Zuccari o dalla sua scuola, con scene delle gesta di Alessandro Farnese alla guerra delle Fiandre (oggi perdute). Nella facciata esterna si notano, nelle mensole delle finestre al piano terreno e sul concio di chiave del portone, delle teste di leone con in bocca l’anello mediceo, giustificate dai legami tra la famiglia Colocci e i Medici.

Le piccole teste di bufalo sull’ordine dell’antico loggiato verso il cortile, possono invece riferirsi a Girolama Bufalini moglie del Colocci, il cui stemma di famiglia era una testa di bufala con una rosa in cima, in campo bianco. Il cortile è ornato di statue antiche e, sopra la vasca, di un gruppo di Calasanzio con allievi di Enrico Scipione Tadolini (ex alunno del collegio), degli anni trenta.

Del primo ‘700 è la “Fabbrica Nuova” del Cipriani che, ripetendo le linee del palazzo del ‘500, si prolunga da Largo del Nazareno sino a via del Tritone. Al piano nobile, la Galleria esistente fu prolungata di quattro assi e, di seguito, fu eretto il Grande Salone (Aula Magna), dietro il quale, attraverso la porta tuttora esistente, ma murata, si passava alla cappella di S. Filippo Neri. Il salone pertanto poteva essere trasformato in chiesa. La cappella fu poi demolita nel 1911, in seguito a ristrutturazioni. Nella volta del salone spicca in una cornice dorata l’ affresco de “ La gloria di Dio e il trionfo delle arti e delle scienze”, di Gaspare Serenari, eseguito tra il 1731 e il 1739. Contemporaneamente la Galleria fu adornata con affreschi che si sovrapposero ad altri della fine del ‘500.

Intorno al 1870, in seguito alla visita di Pio IX (1868) al Collegio, Tito Armellini edificò l’attuale Cappella Grande od Oratorio, là dove in precedenza sorgeva il Teatro. Essa fu decorata con affreschi del Gagliardi e del Grandi, raffiguranti la vita di S. Giusepe Calasanzio.

Alla fine del ‘800 fu costruita l’Ala Nuova per ospitare la Scuola del Collegio disposta perpendicolarmente all’antico edificio. Di conseguenza fu eliminato l’antico giardino del palazzo e il cortile fu circoscritto in un unico spazio riprendendo le forme della piccola palazzina di fronte all’ingresso.

Tra il 1953 e il 1956, fu distrutta un’ala trasversale al palazzo (dente sporgente), della metà del ‘600 ma ormai fatiscente, e aperto l’attuale Largo del Nazareno. In conseguenza di tale demolizione, la cappella della Madonna di Loreto, in essa esistente, fu ricostruita, in un‘area prossima all’Oratorio, nel 1962.

 

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